ARTICOLO DI CONSUELO FARESE
Co-Founder La Happy Care

Le persone demenza a causa della loro condizione fanno le cose diversamente da come noi caregiver riteniamo che debbano essere fatte. Questo dipende dal fatto che la memoria procedurale si indebolisce progressivamente.
Un elegante signore sempre irreprensibile può vestirsi senza rispettare l’ordine dei capi di abbigliamento e cercare di infilare le calze sulle scarpe!
Come reagire? Scandalizzati e allarmati? Con un rimbrotto? Spiegando che secondo uso e senso comune non è questo il modo?
Siamo davanti a una persona con deficit cognitivo e disturbi nell’orientamento nel tempo e nello spazio, dunque, per definizione, siamo di fronte a una persona che ha perso proprio quelle competenze alle quali ci appelliamo; perciò, il risultato non può che essere insoddisfacente e generare frustrazione e nella peggiore delle ipotesi rabbia.
Non c’è, soluzione?
Una possibilità è offerta dalla possibilità di guardare alla situazione che si è creata con senso dell’umorismo? Per esempio esclamando “Papà, quelle calze ti piacciono così tanto che vuoi metterle bene in vista?!?”. Tra parentesi ho appena visto una proposta di Dior che mette calze a rete sulle scarpe!
Tra le competenze di una persona generalmente non annoveriamo la capacità di vedere le cose con umorismo, eppure questa è davvero una competenza specificatamente umana e una grande risorsa di cui siamo poco consapevoli e che che sfruttiamo poco.
Accade frequentemente che la persona con demenza abbia conservato il senso dell’umorismo e che, se incoraggiata a farlo, possa liberarsi da una situazione imbarazzante ridendo con il caregiver!
Si tratta ovviamente non di “ridere di” ma di “ridere con”: l’una possibilità è detestabile, la seconda è altamente desiderabile: se ridiamo con qualcuno abbiamo con questa persona una relazione immediata e intensa, un accordo che va oltre un ragionamento complesso e complicato per chi è in demenza.
Ma ecco un esempio: una signora in demenza era afflitta dal fantasma di ladrocinio, così che una volta minacciò la persona che la assisteva: “Mi hai rubato tu il borsellino! Adesso chiamo i carabinieri!”. Minaccia non semplice da affrontare. A maggior ragione se la assistente familiare come in questo caso è una persona straniera. Ma la persona in questione invece di inquietarsi e arrabbiarsi esclamò “Sì, chiamiamo i carabinieri! Chissà mai che ne arrivino un paio giovani e belli!”. Ebbene la situazione si sciolse in una risata a due e naturalmente il borsellino fu ritrovato un paio di giorni dopo, là dove la signora lo aveva nascosto e cioè nell’armadio, tra le canottiere!
Anche la risata insieme è un buon modo di essere in sintonia: barzellette semplici possono far sorridere entrambi e consentono di esercitare il senso dell’umorismo.
Vedere il lato umoristico delle cose può essere difficile all’inizio, ma se ci alleniamo è una risorsa importantissima, direi indispensabile a evitare imbarazzi e frustrazioni del tutto inutili!
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