La musica è una modalità espressiva e comunicativa estremamente ricca di possibilità, anche e soprattutto con le persone negli stadi medio-avanzati di una demenza di Alzheimer.
Lo sappiamo eppure spesso non riflettiamo a fondo su quanti aspetti muove la musica in tutti noi e soprattutto in chi non può più fare affidamento su linguaggi verbali e sequenziali.
Un esempio chiarissimo è rappresentato dalle canzoni. Anche chi non sia particolarmente interessato alle canzoni può citare almeno una canzone che è stata importante nella sua vita. Almeno una ma facilmente, a ben pensarci, saranno molte.
Canzonette si diceva una volta, eppure ad esse leghiamo emozioni forti e cariche di significati. La canzone che abbiamo adottato come canzone di coppia nelle prime fasi dell’innamoramento; la canzone che ci ricorda un viaggio felice e quella che leghiamo alla nascita di un figlio o di un nipote…
L’elenco delle canzoni importanti può essere lungo: perché non esplorarlo? Quando ancora la relazione con il nostro caro è abbastanza fluida possiamo stilare un elenco cui attingere nel momento in cui sia più difficile il contatto.
Le nuove tecnologie possono aiutarci: l’assistente vocale collegata a un device informatico può far partire una canzone su richiesta, a distanza. Persone con demenza di Alzheimer hanno imparato facilmente questa opportunità chiedendo la canzone che rasserena nel momento in cui sia necessario avere un sostegno nel crescere dell’ansia.
Un caso particolare è rappresentato dalle musiche collegate alla esperienza religiosa. Chi abbia frequentato una qualsiasi chiesa ha appreso canzoni religiose, di invocazione e di gioia che possono fare rivivere sensazioni preziose e trascorrere momenti sereni.
Nel caso poi sia ancora possibile una comunicazione verbale, la persona con Alzheimer può comunicare una parte della propria storia proprio a partire dalle musiche e dalle canzoni che portano con sé significati ed emozioni particolari. Poiché non sempre è facile la relazione, queste sono occasioni importantissime: “Cosa ti ricorda questa canzone?” è una bella domanda che può aprire porte inaspettate.
Occorre poi ricordare che una musica può essere danzata. Non si tratta sempre di una danza strutturata. Può essere un movimento. Può essere un movimento ritmico che coinvolge anche da seduti. Musica e movimento ritmico sono stati di presenza e di condivisione importantissimi in una patologia che compromette via via le funzioni cognitive e prassiche.
Nel caso infine di difficoltà di parola o di fasi di assenza, una musica o una canzone rappresentano comunque una possibilità di relazione empatica che resta aperta a lungo e che ci fa percepire sempre e tuttavia la persona pur nell’aggravarsi della patologia.
Per saperne di più: Francesco Delicati – Il cuore non dimentica – Musicoterapia e ricordi nel malati di Alzheimer – Cittadella Editore
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