ARTICOLO DI CONSUELO FARESE
Co-Founder La Happy Care

Conoscere se stessi in questo testo sta per “conoscere le proprie emozioni”, ed è di vitale importanza in ogni caso nella nostra vita lavorativa e in quella affettiva sociale e familiare. Tale importanza è ancora maggiore se ci si prende cura di una persona con decadimento cognitivo perché nelle persone in fragilità il diminuire delle competenze intellettive si accompagna a una maggiore sensibilità verso il clima emozionale. La persona che sente affievolirsi le proprie capacità di comprensione logica, per entrare in relazione si affida alla percezione delle emozioni che genera e in particolare di quelle dei propri caregiver.
Iniziamo dal momento del sospetto e poi della diagnosi: il nostro caro ha problemi di memoria sempre più frequenti e fatica a riconoscere i luoghi, anche i più familiari. Siamo in preda alla paura: temiamo che si tratti di una forma di decadimento cognitivo progressivo e si affaccia alla nostra mente l’ipotesi che si tratti di Alzheimer. L’ansia per un futuro che potrà essere molto impegnativo ci afferra e non ci lascia. Immagini anche terribili affollano la nostra mente e ci rendono inquieti e spesso nervosi. Diventiamo ipersensibili a certi errori del nostro caro, lo osserviamo con estrema attenzione notando ogni piccola mancanza.
Come si sente il nostro caro? Si sente molto insicuro non solo perché anche lui ha notato di essere più spesso in errore ma perché si sente osservato in modo speciale. Anche lui (o lei entra) in uno stato di ansia e di paura, e questo certo non gli giova come non giova a noi. Che fare? Lasciare inespressi questi stati emotivi non risolve il problema e rimandare il tempo della verifica delle nostre intuizioni non fa bene a nessuno. Condividere i primi sospetti apertamente può consentire di alleviare un poco lo stato emotivo. Sarà possibile allora decidere insieme una visita specialistica affidandosi a un neurologo di provata esperienza al quale confidare ipotesi e ansie.
E se la visita conferma i sospetti? Se viene fatta una diagnosi infausta di un decadimento cognitivo progressivo?
Quali possono essere le emozioni? Nominarle, condividerle, governarle farà senz’altro bene. Tristezza? Paura? Rabbia? Sono considerate emozioni negative ma non ci sono emozioni negative perché ciascuna ha una funzione adattativa.
Iniziamo a indagare l’emozione della tristezza, emozione debole per così dire.
La tristezza mi segnala che sono di fronte a una difficoltà grave e nuova, e perché io non cada in una spirale negativa occorre che io non mi chiuda in essa, vivendo una condizione di impotenza accompagnata da rassegnazione.
Il primo suggerimento è dunque quello di non chiudersi agli altri, in preda a pensieri negativi ricorrenti, che logorano le energie e alimentano lo stress.
L’isolamento è già di per sé una condizione innaturale poiché gli uomini sono animali relazionali e sociali, è una condizione che genera stress.
È ben vero che le malattie della mente sono ancora oggi fortemente ostracizzate e che persiste lo stigma verso di esse, è anche vero che tale condizione aggrava, e di molto, la fatica di chi deve affrontare una diagnosi di decadimento cognitivo progressivo. Dunque, per quanto possa essere difficile occorre parlarne, certo scegliendo con cura l’interlocutore: che sia una persona capace di ascolto, sensibile e non giudicante. Parlarne ci aiuterà a esternare pensieri e timori, a vederne più aspetti, a comprendere di non essere soli.
La tristezza che si prova può allora essere la molla che spinge a informarsi, sugli aspetti e sugli sviluppi della patologia, e a cercare di mettere a punto strategie ben ponderate oltre che accuratamente informate per affrontare gli anni di una vita che non può né deve essere solo pensata e vissuta al negativo. È possibile trovare, anche in rete come nel caso di La Happy care, soggetti che si sono specializzati in questo ambito e che offrono informazioni, strumenti e formazione utili per affrontare queste emozioni e vivere quotidianità più serene.
Per riflettere – una testimonianza: La rondine sul termosifone di Edith Bruck, edizione La nave di Teseo
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